martedì 14 marzo 2017

I cinque principi di Sannyasa

Swami Niranjanananda Saraswati


http://www.yogamag.net/archives/1998/ajan98/fiveprin.shtml



Sannyasa ha due aspetti - uno è Vairagya, il non attaccamento e l'altro è Viveka, la discriminazione. L’obiettivo di Sannyasa è quello di raggiungere un livello in cui possiamo sperimentare Viveka e Vairagya. Ciò è possibile seguendo i cinque principi di Sannyasa, che noi conosciamo come le cinque S: Swadhyaya o introspezione, Seva o servizio, Satsang o accompagnarsi alla verità, Samarpan o resa e Santosh o accontentabilità.

Swadhyaya

Swadhyaya è introspezione. Non è un processo intellettuale, ma piuttosto fare esperienza della natura del sé, chi siamo, che cosa siamo, che cosa stiamo cercando di fare, come stiamo cercando di farlo. Swadhyaya è un'analisi psicologica completa della personalità umana. Nel processo di Swadhyaya dobbiamo scoprire che cosa sono le nostre fluttuazioni mentali (chitta vritti) e come possiamo controllarle. Dobbiamo conoscere i nostri punti di forza, le debolezze, le ambizioni e i bisogni, analizzarli e comprenderli usando la facoltà di Viveka, così da arrivare a capire gli aspetti manifesti ed esteriori e quelli interni, immanifesti della nostra personalità.
Swadhyaya non significa studiare testi scritti, ma significa vivere la comprensione. Ci sono due tipi di comprensione: una è mentale, razionale, comprensione intellettuale o conoscenza, e l'altro è l'applicazione della conoscenza. Dobbiamo imparare come applicare la conoscenza. Questa è la chiave per Swadhyaya. Swadhyaya non è leggere questo e quello, riempire la mente di diversi concetti e idee, senza aver chiaro quali siano i nostri obiettivi e la direzione nella vita. Qual è lo scopo di affollare la mente? Non è questo l'obiettivo di Swadhyaya.
Swadhyaya è il processo di acquisire conoscenza e di applicarla per ottenere la saggezza, non il potere. Quando la conoscenza viene utilizzato per ottenere il potere diventa una forza molto distruttiva. Nella Ishavasya Upanishad si afferma che la conoscenza può portare ad una maggiore ignoranza e a un'oscurità più grande della stessa ignoranza. La conoscenza può portare a una maggiore oscurità quando viene utilizzata per ottenere il potere, ma se la conoscenza viene applicata all’ottenimento della saggezza, allora è tutt’altra storia. Quando si impara a controllare e dirigere le modificazioni della mente si migliorano i concetti di giustizia e di creatività. Questo non è solo un processo mentale, è anche un processo vivente. Ciò è noto come chitta vritti nirodhah.


Seva


Il secondo aspetto di Sannyasa è Seva, il servizio. Il servizio si realizza in molte dimensioni differenti allo stesso tempo. Si realizza fisicamente, mentalmente, spiritualmente, socialmente, in ashram, in famiglia. Si realizza in molti modi diversi. Lo scopo di Seva è quello di sviluppare l'immunità tra azione e reazione, tra causa e effetto. Se attraverso il servizio, attraverso il karma yoga, non si è in grado di sviluppare nella vita l'immunità tra causa e effetto, tra azione e reazione, allora non si sta facendo karma yoga, non si sta realizzando Seva o servizio.

Il servizio non è aiutare un’anziana signora ad attraversare la strada; non è aiutare un'altra persona a fare o a diventare qualcosa. Questa può sicuramente essere la forma esteriore di Seva, ma lo scopo di Seva è diverso. L'obiettivo è quello di armonizzare le facoltà di testa, cuore e mani, offrire il meglio di noi per l'elevazione degli altri. Seva può essere soddisfatto solo quando Swadhyaya diventa parte di esso, quando cioè si compie ogni azione con piena consapevolezza. Non è una reazione, ma un’equilibrata, armonizzata azione creativa. E naturalmente, in Seva si deve imparare ad armonizzare le azioni con la mente, i desideri e le aspirazioni.

Satsang

Il terzo aspetto è Satsang. Satsang non è un'attività di un club spirituale. Non significa ritrovarsi insieme qui ad ascoltare cose belle, poi alzarsi e ricadere nei vecchi modelli di vita, in cui le cose entrano da un orecchio ed escono dall'altro. Satsang significa essere consapevoli della realtà dietro l'apparenza, significa utilizzare la facoltà della comprensione con discriminazione, viveka. Questo è il succo di Satsang.
Satsang deve essere combinato con Seva e Swadhyaya al fine di trarne il massimo vantaggio, in modo da non accettare solo ciò che è piacevole e rifiutare invece ciò che non vogliamo ascoltare. In generale noi cerchiamo di classificare tutto ciò che ascoltiamo secondo i nostri condizionamenti e in base ai nostri programmi. Satsang invece è la scomposizione di quei condizionamenti e di quei programmi, cosa che richiede decisamente un duro lavoro.
Vi darò un esempio. Gli Swami della BSY sono persone buone, ma sono anche degli idioti perché hanno ricevuto molte, molte istruzioni durante i Satsang, e mentre stanno ascoltando dicono: "Oh, molto bello, ha ragione". Tuttavia non sono mai in grado di applicare le istruzioni che ricevono durante i Satsang perché pensano che si applichino sempre a qualcun altro e non a loro. Di conseguenza, hanno buon cuore, ma menti idiote. Nel Satsang la natura idiota della mente deve essere accompagnata dalla bontà del cuore. Questo è il modo in cui si deve portare equilibrio nei propri processi mentali attraverso Satsang. Satsang è un modo per sviluppare la discriminazione giorno per giorno e per sviluppare la comprensione delle verità che può essere vissuta in modo pratico nella vita, compiendo uno sforzo per farlo.

Samarpan



Il quarto aspetto è Samarpan, la resa. A chi ci arrendiamo? La gente dice abbandono a Dio, arrendersi al guru, ma non posso accettare questo concetto di resa. Per me Samarpan è arrendersi a se stessi, alla nostra natura interiore. Quando si è in grado di arrendersi a se stessi, allora ci si abbandona spontaneamente al guru o a Dio, all'umanità, al marito, alla moglie o ai figli. La resa non significa diventare impotenti o perdere la nostra volontà. Arrendersi significa entrare in sintonia con la natura che è viva e attiva dentro di noi, mettendoci in sintonia con quella natura in modo che non ci siano correnti contrarie che influenzano il comportamento o le nostre azioni. Quando non ci sono correnti contrarie allora sicuramente l'energia di Dio e del guru si manifestano nella nostra vita.

Santosh


Il quinto aspetto è Santosh, l’accontentabilità. L’accontentabilità è il risultato di Sanyam, quando si è lasciato dietro tutto il chiacchiericcio mentale e si sono accettate la continuità e la spontaneità della vita. Chi è contento? Sono contento? Sei contento? Quando sei contento? Quando sono contento? Diveniamo contenti quando soddisfiamo i nostri desideri, quando otteniamo ciò che vogliamo raggiungere. La contentezza è normalmente un processo molto egoista. Essere contenti significa essere divenuti capaci di trattenere i sensi, la mente e le emozioni e averli armonizzati. Così l'armonia è appagamento.

Queste sono le cinque S, le cinque pratiche di Sannyasa che portano al raggiungimento di Viveka e Vairagya. A quel punto diverrete Sannyasananda, sperimentando la beatitudine in Sannyasa.



Ganga Darshan, 1994





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