giovedì 23 febbraio 2017

Quando comincia la ricerca del Guru

di Swami Satyasangananda Saraswati

 http://www.yogamag.net/archives/1983/gjuly83/quest.shtml

Arriva, prima o poi, un momento nella vita di ciascuno nel quale si è richiamati all’interiorità, forze profonde della mente che fermano e riconsiderano gli obiettivi della vita di ognuno. Inizi a domandarti: perché siamo nati? Cosa accade quando moriamo? A cosa dovrebbe ambire la vita? E’ solo il mero mangiare, dormire e procreare? Questo risveglio è una pietra miliare nella vita di un uomo, e conduce ad un vasto e infinito processo di scoperta. E’ un viaggio che, una volta intrapreso, spinge in avanti,  smascherando i misteri più profondi della creazione, perché ogni nuova scoperta porta con sé la realizzazione.

Questo risveglio non dovrebbe esser confuso con un risveglio religioso o con la consapevolezza. Un risveglio religioso dipende direttamente dalle circostanze e dal contesto nel quale si vive. Per esempio, se si è nati in una famiglia Hindu, si avrà la consapevolezza sugli dei e sulle dee Hindu e così via. Questa consapevolezza, sebbene sia benefica, ha i suoi limiti. Come tale dovrebbe esser considerata uno strumento ma non una fine. Sto parlando di un risveglio spirituale che causa il domandarsi delle cose intorno a sé, anche della religione stessa.

Quando un risveglio spirituale si insedia in noi è come un sipario che si alza permettendoci di vedere il prossimo atto. Si è ancora consapevoli del precedente atto (è necessario conoscere l’intera storia o il suo filo conduttore) ma non è più così importante. La consapevolezza è rivolta alle azioni presenti e allo stesso tempo si pensa tra sé e sé: “Se il presente è così eccitante, cosa accadrà nei prossimi atti?”. Perciò è bene ricordare che il risveglio spirituale è solo uno dei molti atti e, sebbene sia così importante per l’intera storia, esso perde il suo splendore quando si passa all’atto successivo.

Questo periodo, per alcuni, è una fase estremamente difficile, poiché l’intero equilibrio raggiunto è smosso in profondità. Cosa si credeva all’inizio non è più la verità solenne, nonché ci si accorge di non aver realmente trovato una solida base per sé stessi. Ci si dimena ancora nell’oscurità, attaccandosi a mezz’aria. Molte persone non riacquistano il proprio equilibrio e diventano “identità perdute” incapaci di affacciarsi alla vita. Dopo tutto, se si cessa di trovare un significato alla vita e all’esistenza, giorno dopo giorno, diventerà molto difficile andare avanti. Non ci si è ancora accertati di un significato definitivo della propria esistenza, soltanto noi sappiamo a cosa abbiamo creduto e che quelle credenze non sono più delle “verità Vangelo” .  Per cui: su cosa si basa il modo in cui pensiamo, sentiamo e agiamo?

Alcune persone, invece, sono immediatamente capaci di riequilibrarsi. Questi sono coloro che non si immergono troppo in profondità. Essi dicono: “bene, questa teoria ha funzionato per me per tanto tempo, ora sono consapevole di un significato più alto della mia esistenza. Io devo trovare il filo mediante il quale collegare entrambi e questo fa diventare la mia vita più armoniosa.” Questo tipo di pensiero è adeguato per molte persone.

Poi ci sono altre tipologie di persone che prendono questo risveglio e immediatamente fanno un salto nell’oscurità, in un abisso profondo. Egli è abile nel tagliare i ponti con il passato e buttarsi – è a suo agio nel pensare che c’è qualcosa di più infinito, di più appagante avanti a sé. Quest’uomo ha una determinazione molto forte, forza di volontà e la forza della convinzione di affrontare ogni eventualità e imprevisto della vita.

Inizia così la ricerca del Guru. In questo punto della propria vita non importa in quale punto della pratica sei,  se sei immerso a capofitto o preferisci  rimanere in periferia, è imperativo ricercare un guru. La via è buia e confusa e sono molte le insidie, avrai bisogno di una guida che ti indichi la giusta via. A questo punto troverai il tuo guru o, in qualche raro caso, sarà il guru a trovare il suo discepolo. Naturalmente, potrei aggiungere che il guru che troverai per te stesso dipenderà dalla qualità del tuo risveglio. Se sei un sincero aspirante, troverai un guru del genere; se stai cercando il nome e la fama, troverai un guru del genere; se stai cercando un guru per il benessere troverai un guru che calzi a pennello per qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Perciò il guru non è altro che un riflesso di te stesso. Il guru è sempre un passo avanti in ogni impresa. Egli sa ogni cosa e tutto ed è in allerta su tutto ciò che sta accadendo. In questo modo egli è capace di controllare I tuoi piani mentali, fisici ed emozionali.

Per me il guru è diventato un’inseparabile parte della mia mente, della mia vita, del mio respiro e della mia coscienza. Senza nessun tentativo conscio e senza sapere cosa stava accadendo, stavo diventando sempre più coinvolta nella relazione con il divino. Non avevo mai conosciuto la magnanimità del rapporto tra guru e discepolo. Ho sempre mantenuto un approccio razionale e intellettuale alla vita. Ho sempre fatto domande, dubitato e criticato prima di accettare. Questo è stato naturalmente causato dai miei conflitti mentali perché in una relazione con il guru non c’è spazio per dubbi o domande. E’ una relazione nella quale si sopravvive solo con totale fede e abbandono.


Come si fa ad arrendersi? Intellettualmente tutti noi possiamo asserire di poterlo fare. Ma in pratica è molto difficile arrendersi completamente, prima o poi l’ego riaffiora con la sua minacciosa testa. Per una resa totale bisogna cessare di esistere come individuo, bisogna esistere in relazione al tuo guru. Essa può sembrare servile a primo impatto ma la totale arresa è un’esperienza molto appagante. Naturalmente bisogna abbandonare se stessi solo al guru o a Dio, altrimenti se ci si arrende a chiunque il risultato sarà solo un grande sfruttamento. 





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