giovedì 21 agosto 2014

Qual è il significato dello Shanti Path e perché si canta alla fine di una lezione?

di Swami Niranjanananda Saraswati
tratto da http://www.yogamag.net/archives/1992/bmar92/sat292.shtml

Shanti Path ha due significati.
Principalmente è un mantra di pace e prosperità che tradizionalmente viene recitato alla fine di ogni sessione di yoga per infondere il corpo e la mente di vibrazioni e sentimenti positivi ma serve anche alla personalità psichica, che viene influenzata dalle vibrazioni, per ricordarsi dello scopo spirituale.

Gli yogi hanno sempre considerato l’essere umano anche come un essere spirituale. Questo non è solo un concetto; gli yogi sostengono che si può fare esperienza dell’essere spirituale e dell’essere mentale attraverso la percezione del corpo così come normalmente si percepisce l’essere fisico. Sia che siate cinesi, giapponesi, indiani o australiani, il corpo è sempre lo stesso. Due braccia, due gambe, una testa, due occhi; è come uno stampo di Dio che è stato messo in ogni luogo. Ci sono solo delle differenze fisiche, altezza, colore, ecc. ma il corpo fisico è quello, per tutti.
Allo stesso modo, si considera la mente come se avesse un corpo e le eccentricità della mente, le diversità della mente non sono altro che la personalità individuale. Bisogna però considerare che la mente ha anche una forma generalmente  non percepibile così come l’atma, il corpo spirituale. Quando ci  confrontiamo con l’intelletto sul piano grossolano, anche il corpo spirituale o atma interagisce sotto forma di vibrazioni. 
Per comunicare esternamente, utilizziamo l’hindi, l’inglese oppure altre lingue ma internamente la comunicazione conosce un linguaggio di vibrazioni che è universale. Tutti noi ne abbiamo fatto esperienza quelle volte che abbiamo percepito sensazioni buone o cattive nei confronti di qualche persona senza neanche parlare con loro ma solo attraverso l’ausilio delle vibrazioni emanate.

I mantra tendono a influenzare e risvegliare il campo vibratorio psichico senza la necessità di comprenderli razionalmente, logicamente. Cantare e ripetere un mantra produce una sorta di cambiamento interno del quale però non si può fare esperienza immediata a livello esteriore. 

Ogni mantra risveglia un particolare centro. Attorno ai chakra ci sono molti centri psichici che noi percepiamo come riflessi dei chakra stessi. Ogni mantra stimola uno dei centri minori e una combinazione di diversi suoni può influenzare, alterare o produrre un cambiamento nella funzione generale di tutti i chakra.

Quando cantiamo lo shanti path alla fine di una seduta di yoga avviene un cambiamento nell’atmosfera intorno al corpo, dentro il corpo, intorno alla mente, nella struttura delle emozioni e dello spirito. In quel momento in cui creiamo la vibrazione, influenziamo direttamente il nostro corpo spirituale. Facciamo un esempio; se siete concentrati su qualche tipo di attività e qualcuno vi viene a chiedere qualcosa di completamente diverso, vi fermate e prima di reagire avrete bisogno di qualche secondo; dovete ridirigere la vostra attenzione, spostare la vostra mente da una cosa ad un’altra.
E’ così che nella meditazione, nelle asana, nel pranayama, nei kriya, nei satsang, nei kirtan, la mente viene distratta dal suo flusso comportamentale naturale per essere direzionata verso quello che stiamo facendo. In quel momento, il mantra entra in azione e crea delle onde che ci aiutano a focalizzare. E’ come pulire un vecchio tappeto; inizialmente vi sembra di non raccogliere tanto sporco ma se insistete vi accorgerete che viene su sempre più polvere, anche quella impercettibile.

Lo Shanti Path è un modo per sollecitare l’aspetto vibratorio della nostra personalità a poco a poco, sempre di più fino a risvegliare quei centri psichici che corrispondono alla vibrazione.


Chiaramente conoscere la traduzione di un mantra è cosa bella così come è conoscere il significato letterario dello Shanti Path ma non è condizione necessaria in quanto è internamente che dobbiamo sentirlo.