mercoledì 16 aprile 2014

La consapevolezza

LA GESTIONE DELLE EMOZIONI  (seconda parte)

 di SWAMI SATYASANGANANDA SARASWATI
Harrogate, Inghilterra, 16-19 luglio 2009


La consapevolezza
Il Tantra e lo yoga ci dicono di non farci un complesso per questo, accettiamo che siamo gelosi.  Nello stesso istante che si accetta, metà della battaglia è vinta e si diventa consapevoli. Molta gente non accetta il fatto di essere gelosa ma la vedono solamente nelle altre persone. La prima cosa da fare è accettare questo sentimento in quanto questo ci permetterà di diventarne consapevoli e da qui partire con il tentativo di spazzarlo via. Ecco perché la consapevolezza è così importante.
La consapevolezza e la mente sono due cose diverse. La prima è la sorgente della mente. La mente e il cervello non sono la sorgente della consapevolezza. La consapevolezza è un’entità completamente indipendente. Anche nel sonno c’è consapevolezza. Anche negli stati meditativi profondi dove ogni cosa è finita e dissolta, continuiamo ad essere consapevoli. Anche quando lasciamo questo corpo continuiamo ad essere consapevoli. E’ un’entità differente che vede e veglia su ogni cosa. Anche in questo momento, sta guardando, ci sta guidando e ci sta ispirando.

Il potere di sakshi
Nello yoga, ci viene sempre detto di osservare ogni cosa. Fin dalla prima lezione, l’istruttore ci dice: “Osservate il respiro, i vostri pensieri, il vostro corpo, osservate tutto”. Questo è una fase preparatoria perché la consapevolezza osserva sempre, è il processo dell’osservatore che si chiama sakshi. L’osservazione porta sempre una certa oggettività. Quando siamo oggettivi nei confronti di un problema, troviamo una soluzione perché portiamo la consapevolezza proprio su quel problema. Sfortunatamente, nei confronti dei problemi, siamo spesso soggettivi in quanto ne siamo coinvolti emotivamente.
Potrei aiutarvi a trovare facilmente una soluzione perché nei confronti del vostro problema io sono oggettiva ma allo stesso tempo non sarei in grado di aiutarmi perché nei miei confronti non lo sono. Con la consapevolezza, non è che la gelosia sparisca anzi speriamo non succeda in quanto diventereste pigri e incuranti e non combattereste per nulla.
Solo un santo o una persona illuminata che comunque è auto-motivata, che non necessita stimoli per crescere ed evolversi, possono liberarsi della gelosia e dell’invidia. Le emozioni hanno una ragione di esistere ed esistono per favorire la vostra crescita e la vostra evoluzione, non certo la vostra distruzione.  Farsi travolgere dalle emozioni vuol dire non avere una realtà interiore. Bisogna sviluppare la consapevolezza di questo aspetto della vita e utilizzare le emozioni per crescere ed evolversi.
Nello yoga ci sono molte pratiche che insegnano ad essere consapevoli. La consapevolezza del respiro è un ottimo modo per superare queste difficoltà emotive, perché permette alla mente di stabilizzarsi e tranquillizzarsi. Antar mouna, l’osservazione dei pensieri, è un’altra pratica che serve a gestire emozioni come la gelosia. Ad ogni modo, dovrete sviluppare consapevolezza e oggettività allo stesso tempo. Dovete capire il ruolo di ogni cosa che state affrontando nella vita e soprattutto dovete capire come fare ad utilizzarlo per crescere.

Tutto ciò può essere possibile solo se si sviluppa oggettività e una certa forma di distacco.


lunedì 7 aprile 2014

LA GESTIONE DELLE EMOZIONI

 di SWAMI SATYASANGANANDA SARASWATI
Harrogate, Inghilterra, 16-19 luglio 2009



Come possiamo eliminare o diminuire gli effetti della gelosia e dell’invidia?
Tutte le emozioni, non solo gelosia e invidia, sono forme di energia. Questo mondo è l’espressione di due principi, non uno. Questo mondo ha radici nella dualità. Se esiste il giorno, esiste anche la notte; se c’è il caldo, c’è anche il freddo. Di conseguenza, dire “Non proverò mai nulla di negativo”, è come girare le spalle alla realtà. Ovviamente tutti noi vogliamo liberarci di gelosia, rabbia e astio e tutti vogliamo sentirci carini, amabili, compassionevoli e combattere per questo va bene. Dobbiamo però comprendere che siamo fatti di alcune qualità che la natura ci ha dato. Queste qualità sono indicate come sattwa, rajas e tamas.

La battaglia
Siamo fatti di queste qualità. Dove c’è amore, c’è anche odio. Troviamo questi opposti dappertutto ma se osserviamo meglio, possiamo notare che alcune persone sono più gelose di altre, alcune invece sono più astiose e altre ancora si sentono sempre in colpa. Allo stesso tempo, alcuni sono compassionevoli, non provano gelosia, semplicemente sono nati senza questo tipo di emozione; pur avendo in sé le qualità di rajas e tamas, la qualità di sattwa è più sviluppata e predomina sulle altre.
Non penso che al mondo ci siano persone che non provino sentimenti di gelosia e di invidia. C’è gente consapevole di essere gelosa che si sa gestire meglio. Non permettono di lasciare che le emozioni li travolgano al punto di influenzare le loro azioni e le loro decisioni. La maggior parte di noi non lo riesce a fare; appena la gelosia si manifesta, la nostra mente si offusca. Fino a quando saremo in questo corpo, saremo soggetti alle influenze rajasiche e tamasiche. A seconda del karma, queste influenze si manifesteranno in misura maggiore o minore ma ad ogni modo si manifesteranno, sempre. E’ un archetipo, un samskara, che può essere trasformato perché è solo un flusso di energia.
Se si conosce come fare, si può invertire la direzione dell’energia. Se si è sotto gli influssi della gelosia, la qualità dell’ esperienza non sarà certamente positiva in quanto la mente ne risulterà influenzata. Il Tantra dice: ”Non preoccuparti di questo, non sentirti in colpa o inferiore a causa di questo; tutti provano queste cose, nessuno ne è dispensato”. La prima cosa da capire e da accettare è che non c’è niente di sbagliato nella gelosia.  Se non si provasse gelosia, non si combatterebbe per ottenere le cose.  E’ a causa della gelosia che si lotta per ottenere le cose altrimenti sareste lì, immobili, a far niente, come un cavolo o un cavolfiore.

Usate la gelosia in modo costruttivo. Se disegno una linea su un pezzo di carta e vi dico: ”Dovete fare una linea ancora più lunga”, cosa fareste? Le opzioni sono due, cancellare la linea o disegnarne una più lunga. Si cerca quindi di “superare” sempre la persona di cui si è gelosi. Ecco lo scopo della gelosia, dell’invidia. Si cresce a causa di questo sentimento ma attenzione, c’è anche un lato molto negativo. La gelosia ci può distruggere e può far male e distruggere anche la persona di cui siamo invidiosi. L’opzione più benefica è quella di far meglio e superare la persona verso la quale proviamo gelosia e quindi considerare questo sentire come una “spinta a far meglio”, niente di più.