mercoledì 27 marzo 2013

Yoga in carcere - intervista a Gyan Bodha-


Gyan Bodha insegna yoga nel carcere di Bollate come volontario, stimolato dalla medesima esperienza di Swami Satyananda. Come il suo maestro, è convinto di portare un buon contributo tanto nella realtà penitenziaria quanto nella società civile, dove resiste un’innata repulsione nei confronti del mondo carcerario. È un compito difficile, in cui spesso l’istituzione ha fallito, non riuscendo dopo la reclusione a riportare il detenuto alla legalità. Ma ecco che, con la pratica dello yoga, i carcerati iniziano a sperimentare uno stato di maggior calma e stabilità, migliorando a tal punto i rapporti reciproci e verso l'esterno, che molti di loro cominciano a fare progetti per il futuro... 

Come hai iniziato a insegnare yoga ai carcerati?
La mia prima esperienza in carcere è stata con un gruppo di tossicodipendenti; mi sono trovato a interagire con persone con pochi stimoli, inerti, incapaci di assumersi un impegno costante, tanto che durante il corso i partecipanti diminuivano. Solo con molta perseveranza e grazie a gli allievi rimasti, che a loro volta si prodigavano per motivare i compagni a riprendere la frequentazione,  sono riuscito a svolgere un buon lavoro.
Con la pratica dello yoga, i detenuti di questo gruppo ebbero un ottimo recupero sia da un punto di vista fisico sia psicologico, iniziarono a nutrire interesse per l’attività che svolgevano. Alla fine mostravano forte partecipazione al corso di yoga e addirittura facevano progetti per il proprio futuro.
Visti i risultati, qualche tempo dopo la Direzione del carcere mi invitò a seguire un progetto per il recupero di detenuti con condanne a 30 anni, i quali, prossimi alla fine della pena, sarebbero dovuti rientrare in una società tanto diversa da quella che ricordavano.
Questo nuovo gruppo presentava caratteristiche differenti dal precedente in particolare questi individui erano persone dalla personalità molto forte, sicure e ostili.

Com'è stato l'impatto con i detenuti più duri?
Molto difficile. Durante lo svolgimento delle prime lezioni si ponevano in atteggiamento di sfida nei miei confronti. Un detenuto con corporatura imponente è stato in piedi a braccia incrociate di fronte a me,  guardandomi immobile per l’intera lezione. Solo al terzo incontro, dopo un ulteriore invito cominciò a partecipare.

E poi cos'è successo?
Con il passare del tempo, ho potuto osservare un cambiamento incredibile. I litigi che avvenivano frequentemente cessarono rapidamente, stavano imparando a rispettarsi e grazie a questo accettavano i comportamenti a volte arroganti degli altri detenuti, senza ricorrere sistematicamente alla rissa come soluzione.
Questo per loro è stata una grande conquista visto, che lo spazio ridotto della cella rende difficoltosa la convivenza e la sopportazione reciproca.

Per chi ha passato molto tempo in carcere, spesso l'impatto con il mondo esterno è traumatico. Come lo hanno affrontato i tuoi allievi?
Anche sotto questo aspetto i progressi sono stati notevoli. Quando sono arrivato, molti dei detenuti non volevano più  nemmeno uscire sfruttando i permessi di buona condotta, perché temevano il confronto con la società esterna.
Dopo qualche mese di lezione, i miei allievi iniziarono a sviluppare un interesse per ciò che succedeva fuori dal carcere, ricominciarono a chiedere permessi per recarsi a trovare i propri cari ed inoltre si interessavano per poter svolgere qualche lavoro, volevano rendersi utili. I detenuti erano soddisfatti del corso, perché stavano riconquistando la loro dignità di individui.
Un esempio di questo è stata la notte bianca (una presentazione dei lavori che si facevano in carcere) dove i partecipanti al corso di yoga hanno voluto fortemente organizzare una dimostrazione davanti al pubblico per  mostrare al mondo esterno quanto imparato.

Quindi possiamo dire che i risultati sono più che positivi...
Sì. Per quanto mi riguarda, questa si è rivelata un'esperienza molto importante. Visti gli ottimi risultati ottenuti negli anni scorsi,  il mio lavoro presso il carcere di  Bollate continuerà anche quest’anno


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